ACROMEGALIA – testimonianza n.6

3,225 giorni

La mia vita ha subito un brusco cambio di rotta il 3 ottobre 2003: mi era stato diagnosticato un macro adenoma ipofisario, secernente. Mi ricordo che una delle poche parole positive era ‘benigno’. Ok, si puo’ guarire, ma ora non posso occuparmene, perché tra 72 ore devo partire per la Cina per una conferenza. Non essendo a rischio di vita o morte, decisi di partire. Molte altre persone non lo avrebbero fatto, ma io decisi già allora che non mi sarei lasciata condizionare dal tumore. Era l’incoscienza che controllava la mia ragione. Poi avrei pagato le conseguenze degli effetti stravolgenti del tumore. L’acromegalia che lentamente mi rodeva via la vita, la quotidianità; corse infinite da un ospedale ad un altro; visite specialistiche; pronto soccorso per tranquillanti e anti-dolorifici. Fino ad arrivare a perdere un lavoro che in quel momento della mia vita sembrava perfetto: abbastanza autonomia, viaggi e una buona paga. Fino a dover andare da un neuro-psichiatra, perché mi sembrava di impazzire (non dal dolore), ma dalla totale perdita di controllo della mia vita. Ero in balia al dolore, 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, 30 giorni al mese, 12 mesi all’anno.

Giri infiniti sulle montagne russe delle emozioni (Rabbia e Disperazione). La rabbia per il colpo devastante che la vita mi aveva fatto; la disperazione nei momenti più bui che mi portava ad un passo dal suicidio. Quante volte ho sussurrato a letto ‘ti prego, falla finita che almeno non soffro più e posso dormire’. Per fortuna che ero circondata dai i miei genitori, che avrebbero dato la vita per vedermi sana di nuovo; dagli amici, che mi sostenevano in qualsiasi momento della giornata; dagli specialisti che erano diventati un punto di riferimento fondamentale per me. Ma soprattutto, ho scoperto di avere una forza interna incredibile (inconscia): la mia vita non poteva e non doveva finire così. Dovevo finire l’università (io odio lasciare le cose incomplete).

Oggi, anche se convivo tutt’ora con una minima parte dell’adenoma, la mia vita è cambiata drasticamente. Combinando il Pegvisomant e l’Octreotide s.c., riesco finalmente a condurre una vita normale. Sarà anche il mio atteggiamento alla vita che è cambiato. Prima del 2003 facevo tanti programmi a lungo termine. Nel 2013 mi prefiggo sempre tanti progetti, ma sogno più in grande. Sono sopravvissuta ad un tumore benigno e non esiste nulla al mondo che mi possa più fare paura o trattenermi. Tutto succede per un motivo e io ho sempre cercato (ed e’ ancora così) di vedere il lato positivo di qualsiasi situazione negativa. Se ho perso il lavoro ‘dei miei sogni’ vuol dire che quello non era il mio destino e che non avevo ancora aperto la porta giusta. Ora sto aprendo tante porte contemporaneamente e mi piace sempre di più … sapere che dietro la porta ci sarà una sorpresa.

Mi ritengo molto fortunata essere ancora viva per condividere queste sensazioni e pensieri. E avere ancora così tanta energia. Nessuno potrà mai comprendere la sofferenza di un malato finché non si trova ad indossare le stesse scarpe strette (tranne coloro che le hanno indossate e sono riuscite a toglierle).

Una freccia può essere lanciata soltanto tirandola indietro. Quando la vita ti trattiene indietro, vuol dire che sta per lanciarti in qualcosa di grande. (cit. anonima)

Al 3,225 giorno ho ottenuto la mia laurea magistrale.

 

Maggio 2013