terapie

L’approccio migliore per curare la malattia di Cushing è di tipo multidisciplinare. L’obiettivo principale è rimuovere la causa della malattia e ridurre l’iper-produzione di cortisolo. In tal senso sono disponibili diverse opzioni terapeutiche.

Chirurgia

Rappresenta il trattamento di prima scelta, ha lo scopo di rimuovere il tumore dalla ghiandola pituitaria. Se il tumore è di piccole dimensioni è possibile asportare la massa per intero, mentre i tumori di grosse dimensioni vengono asportati parzialmente. L’intervento viene effettuato in anestesia generale secondo due vie di accesso: una detta “trans-sfenoidale” (entrando dal naso), l’altra “transcranica” aprendo una parte di cranio per raggiungere l’ipofisi. L’intervento chirurgico è associato a un certo rischio di complicazioni, quali emorragie, una riduzione della produzione di ormoni secreti di norma dall’ipofisi, frequente emissione di urina, sensazione di sete, disidratazione. Proprio per evitare tali conseguenze l’adenoma ipofisario viene asportato parzialmente. Asportare del tutto l’ipofisi aumenta le possibilità di guarigione ma espone il paziente a un rischio più elevato di complicanze. Un’alternativa può essere l’asportazione delle ghiandole surrenali. In questo caso è necessario assumere per tutta la vita i farmaci che sostituiscono gli ormoni normalmente prodotti dalle surrenali.

Radioterapia

La radioterapia sfrutta dosi controllate di radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule che iper-producono ACTH e ridurre così il tumore. La radioterapia viene somministrata durante un certo numero di sessioni. È possibile effettuare anche un unico ciclo di radioterapia nel corso della propria vita. A volte la radioterapia viene anche usata dopo un intervento di chirurgia che non ha dato esito totalmente positivo.

Radiochirurgia

La radiochirurgia consiste nella somministrazione di radiazioni in un’unica seduta per distruggere le cellule che iper-producono ACTH e ridurre la crescita tumorale. Tale metodica impiega elevate dosi di radiazioni, superiori a quelle abitualmente utilizzate con la radioterapia convenzionale, somministrate con estrema accuratezza e precisione.

Trattamento farmacologico

La terapia farmacologica può essere somministrata in preparazione dell’intervento chirurgico o dopo chirurgia e/o radioterapia. C’è un bisogno sempre crescente di terapie efficaci che possano trattare la Malattia di Cushing, per questo sono in corso diversi studi clinici volti a testare nuove opzioni terapeutiche.

Le terapie farmacologiche

Grazie alle recenti scoperte sulla funzione di cellule localizzate nell’ipofisi implicate nella produzione di ACTH, si è aperta una strada per nuove opzioni terapeutiche. In particolare si è osservato che le cellule del tumore contengono recettori di un ormone specifico, la somatostatina, nota per la capacità di bloccare la produzione di ACTH. Tali recettori rappresentano il bersaglio di questa nuova terapia, pasireotide, analogo della somatostatina. Pasireotide mima l’azione della somatostatina (per questo viene chiamato “analogo”) inibendo la produzione eccessiva di ACTH che, diminuendo, contribuisce a ridurre i livelli di cortisolo nel sangue e i sintomi ad esso correlati.
Altre opzioni terapeutiche sono ketoconazolo e metirapone. Anche se essi non sono specificamente indicati contro la Malattia di Cushing, agiscono bloccando/rallentando la produzione di cortisolo nelle ghiandole surrenali. Altri farmaci che agiscono con un meccanismo simile sono mitotano e etomidato; questi farmaci sono usualmente utilizzati per il trattamento della sindrome di Cushing grave. Un altro farmaco utilizzato è cabergolina, un agonista della dopamina. La dopamina è un neurotrasmettitore prodotto dall’organismo coinvolto nella regolazione dello stato fisico e mentale ed è implicata nel controllo della produzione di ACTH e dell’ipofisi mediante specifici recettori.